Il balletto de “Lo Schiaccianoci” con musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, è molto più di un’opera teatrale, musicale e ballettistica. È un fenomeno culturale che coinvolge tutto il mondo durante il periodo natalizio.
Al centro del suo significato c’è la crescita umana, tra la gioia della scoperta e la paura dell’ignoto.
Il libretto originale è da attribuirsi a Marius Petipa e Lev Ivanov, alla fine dell’800 e fu commissionato dal direttore dei teatri russi Ivan Aleksandovic Vsevolozskij.
La storia deriva dal racconto “Storia di uno Schiaccianoci” di Alexander Dumas (Nussknacker und Mausekönig, 1815) a sua volta ispirata dall’originale e più macabra “Schiaccianoci e il Re dei topi” di Ernst Theodor Amadeus Hoffman (Histoire d’un casse-noisette, 1845).
Trama
Il libretto dello Schiaccianoci, pur ispirato al racconto di Hoffmann, ne addolcisce la trama un po’ tetra, preferendo la versione più leggera di Dumas.
Analizzeremo qui la versione originale del balletto, ideata da Vsevoložskij e Petipa.
Personaggi principali:
- Clara
- Schiaccianoci/principe
- Re dei topi
- Drosselmeyer, zio di Clara
- Stahlbaum, papà di Clara
- Fritz, fratello di Clara
- Fata confetto
- Principe Coqueluche
Atto I
La notte di Natale, in Germania, il signor Stahlbaum organizza una festa con famiglia e amici. Durante le danze e il divertimento, arriva lo zio Drosselmeyer che intrattiene i bambini con i suoi giochi di prestigio.
Regala poi a Clara uno schiaccianoci a forma di soldatino che Fritz, suo fratello, romperà per dispetto, ma Drosselmeyer lo riparerà prontamente.
A fine serata Clara si addormenta stanca e inizia a sognare i suoi giocattoli che si animano, ma il sogno diventa presto un incubo: un esercito di topi fa irruzione in casa e tenta di rubarle lo Schiaccianoci.
Come per magia però esso si anima e sconfigge Re dei Topi e il suo esercito con l’aiuto di Clara.
Subito dopo la battaglia lo Schiaccianoci si trasforma in un giovane principe invitando Clara a seguirlo in una foresta incantata piena di neve.
L’Atto si conclude con il magico Valzer dei fiocchi di neve.
Atto II
I due giovani varcano la soglia del Regno dei Dolciumi, dove li accoglie la Fata Confetto e il principe Coqueluche.
Lo Schiaccianoci narra come la sua eroica lotta contro il re dei Topi sia stata un successo grazie all’intervento di Clara, e la fata, in segno di gratitudine, organizza un fastoso banchetto in onore della fanciulla. Tutti gli abitanti del palazzo si esibiscono quindi in un Divertissement con i più celebri brani di Čajkovskij, che culmina nel Valzer dei fiori.
Seguirà il romantico pas de deux della Fata Confetto e del Principe Coqueluche, dove nella seconda variazione, la celebre Danza della Fata Confetto, spicca il suono della celesta.
Al termine di questo incantevole passo a due, tutti gli abitanti del regno si uniscono in un nuovo divertissement, coinvolgendo anche Clara e lo Schiaccianoci, che vengono incoronati nuovi Sovrani del Regno dei Dolciumi.
La Fata Confetto si prostra davanti a loro e li conduce su una magica slitta trainata da renne che si libra in volo, tra i saluti di tutti.
Segue un’apoteosi di gioia, rappresentata da uno sciame di api danzanti attorno a un gigantesco alveare.
Nella versione di Aleksandr Gorskij e nelle successive che la riprendono, il balletto si conclude con il risveglio di Clara accanto al suo Schiaccianoci, ricordando il sogno che l’ha condotta in un mondo incantato e pieno di avventure.
Versioni
Del balletto dello Schiaccianoci sono state messe in scena diverse versioni (potrete infatti notare che i link video inseriti nei paragrafi precedenti rimandano a balletti che differiscono tra di loro in tema di coreografie, scenografie e costumi, appunto perché si rifanno a diverse versioni).
Tra quelle più celebri ricordiamo quella di Rudolf Nurejev, George Balanchine e Peter Wright, ma ne esistono tante altre..
Le versioni di Balanchine e Wright sono diventati veri e propri fenomeni culturali di massa rispettivamente a New York (New York City Ballet) e a Londra (Royal Ballet) durante le festività natalizie.
La versione di Nureyev è quella più complessa dal punto di vista tecnico, inoltre lui riuscì a dare alla sua personale trasposizione un’atmosfera meno bambinesca e più onirica.
Dopo le prime coreografie di Ivanov, furono le rivisitazioni di Gorskij nel 1919 e di Lopukhov nel 1929 a lasciare un segno indelebile. La versione di Gorskij per il Teatro Bol’šoj, in particolare, rivoluzionò il ruolo di Clara, affidandolo a una danzatrice adulta e unificando i personaggi di Clara e della Fata Confetto nel secondo atto.
Questa interpretazione divenne un punto di riferimento in Russia, con produzioni di rilievo come quelle di Vainonen per il Kirov nel 1934 e di Grigorovič per il Bol’šoj nel 1966.
Il balletto fece il suo debutto europeo al Sadler’s Wells di Londra nel 1934, tornando alla coreografia originale di Ivanov.
In Italia arrivò quattro anni dopo, alla Scala di Milano, con la coreografia di Margherita Froman.
Significato: analisi personale
Quest’opera può essere letta sotto una chiave di evoluzione psicologica oltre favolistica.
É molto importante la trasformazione dello Schiaccianoci da gioco a persona in carne ed ossa poiché metaforicamente rappresenta un passaggio fondamentale che ognuno di noi ha vissuto: da simbolo dell’infanzia (giocattolo) a guida e ispirazione (ragazzo in carne ed ossa) che porterà Clara in un mondo nuovo, dopo averla aiutata a lasciare alle spalle paure e turbamenti di chi sa che si sta avvicinando all’età adulta.
Inoltre, il simbolo del soldatino, già dalla fine del XVI secolo (prima della stesura della fiaba di Hoffmann) secondo il folclore tedesco è un simbolo di fortuna e protezione della casa e della famiglia.
I topi possono essere visti, invece, come simboli di pensieri negativi, roditori di emozioni, ma anche facili prede e vittime del mondo esterno.
Menzione importante infine per il Valzer dei fiocchi di neve, in cui Čajkovski ha reso molto bene l’idea del trascendente e della tempesta immanente.
Film ispirati a “Lo Schiaccianoci”
Il balletto classico de Lo Schiaccianoci, grazie anche alla musica incantevole di Čajkovskij, ha ispirato numerose trasposizioni cinematografiche. Ognuna di queste ha offerto una propria visione personale della fiaba natalizia.
Lo Schiaccianoci 3D
Nel 2010, Andrej Končalovskij ha presentato la sua versione in 3D, unendo la musica del balletto ad altre composizioni di Čajkovskij. Tuttavia, la pellicola è stata accolta con freddezza dalla critica, ricevendo anche un Razzie Award per il pessimo utilizzo del 3D.
Lo Schiaccianoci e i 4 Regni
Nel 2018, la Disney ha proposto una rivisitazione più libera e fantasiosa del racconto, intitolata “Lo Schiaccianoci e i quattro regni”.
Diretto da Lasse Hallström, il film ha visto la partecipazione di un cast celebre, tra cui Keira Knightley, Morgan Freeman e Helen Mirren.
A differenza della versione di Končalovskij, quella della Disney ha riscosso un notevole successo al botteghino.
La favola del Principe e lo Schiaccianoci
Film d’animazione canadese del 1990 diretto da Paul Schibli, prodotto dallo studio d’animazione canadese Lacewood Productions.
Inizialmente il titolo del film era semplicemente “The Nutcrakcer”.
Il soggetto doveva essere tratto dalla trama del balletto di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Tuttavia, temendo di incorrere in problemi legeati ai diritti d’autore, la produzione decise di attenersi maggiormente al racconto originale di Hoffmann.
Barbie e lo Schiaccianoci
Il film, diretto da Owen Hurley, ha come protagonista la popolare bambola Barbie ed è il primo di una lunga serie di lungometraggi che la vedono protagonista.
La storia è ispirata sia al racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann Schiaccianoci e il re dei topi che al balletto di Čajkovskij, dal quale riprende anche le musiche eseguite dall’Orchestra Sinfonica di Londra.
Il film è stato realizzato in CGI con l’ausilio della tecnica motion capture, basandosi per le scene di ballo su coreografie messe in scena dai ballerini del New York City Ballet.
Fonte immagini: vilarpac.org, palaceoperaandballet.com, nycballet.com, seenandheard-international.com