Insegnamento

La danza è arte oppure sport? Risposta a una delle questioni più divisive di sempre

Molte persone inorridiscono quando sentono la danza venire paragonata a un’attività sportiva.

Eppure non è errato considerarla al pari di una disciplina atletica, perché ne ha quasi le stesse caratteristiche (non parlo dell’aspetto legislativo e organizzativo).

In questo articolo verrà messa in luce sia la danza dal punto di vista artistico che da quello atletico, verranno dati consigli per migliorare entrambi gli aspetti e sarà spiegato cosa effettivamente distingue quest’ultima da uno sport.

La danza dal punto di vista artistico

Primo quesito: cosa si intende per arte?

Sebbene la risposta potrebbe variare da persona a persona, ritengo che la seguente definizione possa essere abbastanza accurata:

L’arte nel suo significato più ampio comprende ogni attività, svolta singolarmente o collettivamente, che porta a forme di creatività e di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate o acquisite e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall’esperienza. L’arte è una forma espressiva simile ad un linguaggio, ossia con la capacità di trasmettere emozioni e messaggi. Tuttavia non esiste un unico linguaggio artistico e neppure un unico codice inequivocabile di interpretazione, addirittura non esiste neppure un termine equivalente ad “arte” nella maggior parte delle lingue parlate.” (Da Wikipedia)

La danza è la sesta delle 10 arti, che sono: pittura, scultura, architettura, letteratura, musica, danza, cinema/teatro, videogiochi, fotografia, fumetto.

La danza rispetta tutti i requisiti che abbiamo visto nella precedente definizione: può essere svolta singolarmente o collettivamente, promuove l’estetica e la creatività, è portatrice di messaggi ed emozioni e contempla tecniche codificate che necessitano di scrupoloso studio per essere apprese.

Rispetto alle altre arti ha due particolarità che poche hanno: è impermanente ed ha una componente atletica.

L’impermanenza della danza

Cosa intendo quando dico che la danza è impermanente?

Il quadro realizzato dal pittore resta anche una volta esperita l’azione di dipingere, medesima cosa vale per la scultura, l’opera architettonica, il fumetto, la fotografia e la pellicola cinematografica (oggi sostituita dal digitale, ma il concetto è lo stesso).

L’opera d’arte danzata è fruibile solo nel momento in cui viene eseguita. “Esistono i video” direte voi, è vero ma le fanno perdere di tridimensionalità.

È un discorso che potrebbe essere applicato anche al teatro e alla musica, ma nella mia modesta opinione quest’ultimi perdono di meno se fruiti in modalità video o audio registrato.

La musica può essere incisa, e un lavoro meticoloso può rendere molto bene il messaggio che il brano vuol trasmettere (anche se dal vivo può regalare talvolta emozioni diverse).

Il teatro, per quanto io lo ami e lo apprezzi avendone preso parte in maniera attiva, trovo che non dia quella tridimensionalità e corposità al messaggio che solo la danza dal vivo può trasmettere, ergo può rendere bene (ma non eccelsamente) anche sotto forma di video al giorno d’oggi.

Comunicazione e messaggi tramite la danza.

Gli stili di danza codificati che conosciamo oggi (classico, moderno, hip hop, flamenco, tip tap e moltissimi altri), si possono definire un’ “invenzione” dell’uomo.

In realtà la danza è un linguaggio insito nell’essere umano fin dalla notte dei tempi; veniva usata per riti religiosi, propiziatori, di passaggio, per invocare la fertilità e l’abbondanza, per socializzare, comunicare, corteggiare e rafforzare i legami sociali.

Questa componente non è andata del tutto persa nel corso dei millenni.

Tralasciando quegli ambienti dove si pensa solo al profitto e la danza si limita a una mera questione estetica (tra l’altro pacchiana e di cattivo gusto), basti pensare a come persone di tutte le età si ritrovino per ballare e/o studiare danza, per socializzare ed esprimere sé stessi, sia in contesti professionali che non.

Veniamo ora al punto seguente e dolente: la componente atletica e la danza dal punto di vista sportivo.

La danza dal punto di vista sportivo

Per prima cosa: cos’è lo sport? Anche questa volta viene in nostro aiuto Wikipedia:

Lo sport è qualsiasi forma di attività che mira a utilizzare, mantenere o migliorare le capacità e le abilità psicofisiche, fornendo divertimento ai partecipanti e, in alcuni casi, intrattenimento agli spettatori. Lo sport è svolto talvolta come competizione sportiva, altre volte per puro diletto o per mantenere la forma fisica. […] In alcuni sport come le corse, più concorrenti possono competere, contemporaneamente o consecutivamente, con un vincitore; in altri, la gara (una partita) è tra due parti, ciascuna che tenta di superare l’altra. […] Lo sport è generalmente riconosciuto come un sistema di attività basato sull’atletismo fisico o sulla destrezza fisica […] Il termine è un’abbreviazione dell’inglese «disport», a sua volta derivato dal francese «desport», che in antico francese significa divertimento, piacere fisico o spirituale.

Come possiamo vedere molte cose coincidono con la danza.

Nella danza non basta senso estetico o voler comunicare un messaggio, c’è bisogno di una preparazione atletica e destrezza fisica.

Più il livello è alto e più questa componente diventa necessaria… Esattamente come uno sport, sebbene non sia uno sport.

Confusione? Leggete il prossimo paragrafo.

La danza ha una componente atletica ma non è uno sport.

Lo sport si “misura” con numeri e punteggi: il numero di gol, punti segnati, chi arriva prima sul tempo, etc. Questo a tutti i livelli e ne determina il vincitore o la squadra vincitrice.

La danza sì può “misurare” fino a un certo punto, in base alle conoscenze tecniche e una certa capacità di essere versatili, ma arrivati ad alti livelli in base a cosa si determina un bravo ballerino?

In base al numero di pirouette? Ai centimetri di altezza a cui arriva la gamba? Quanto salta in alto?

E se fa il salto più alto del mondo ma è fuori musica? O raggiunge gambe altissime ma in maniera storta e scoordinata.

O meglio ancora? Se per uno spettacolo devo scegliere un ballerino e saltano tutti alla stessa altezza, che farò, dichiaro pareggio?

La differenza sostanziale tra la danza e lo sport non sta nel fatto che la danza sia fatta di amore, luce e spirito e non di atletismo, ma nel fatto che nella danza la tecnica costituisce il mezzo e non il fine, a differenza dello sport (parlando di arte e movimento, un discorso simile, ma non identico, si potrebbe fare per le figure degli stunt nel cinema).

La tecnica nell’arte, quindi anche nella danza, diventa mezzo per riuscire a realizzare a pieno l’opera desiderata, rafforzando la connessione tra mente, corpo e spirito.

L’ipocrisia

Mi fa sorridere il fatto che, spesso, quelli che si indignano quando si osa dire che la danza ha una componente atletica, sono gli stessi che sgomitano per organizzare o partecipare a concorsi dove si farebbe qualunque cosa per vincere una coppa o una medaglia.

Oppure coloro che fanno a gara a chi posta sui social la gamba più alta e poi strillano che la danza è arte e spiritualità nel momento in cui gli fai notare che ci sono regole anatomiche da rispettare (tratto da storie vere riguardanti la mia esperienza sui social).

Conclusione: la danza è arte, sport o entrambe le cose?

La danza è arte.

Ma non considerare che abbia una componente atletica può essere dannoso e controproducente.

Come si può sviluppare al meglio entrambe le componenti? Per migliorare la parte atletica bisogna affidarsi ad insegnanti competenti che conoscano come funziona il corpo umano e che propongano esercizi funzionali che sviluppino la coordinazione e la muscolatura in maniera funzionale senza sovraccaricare quest’ultimo.

È importante un’alimentazione sana ed equilibrata, sonno regolare, defaticamento e recupero e non sottovalutare gli infortuni; uguale a come ci si dovrebbe comportare in ambito sportivo.

Per migliorare la componente artistica potrebbero essere utili laboratori e corsi di recitazione, anche se il metodo più efficace a mio parere è semplicemente quello di vivere la vita: più si è curiosi in tutti i campi e si fa esperienza, più si svilupperà sensibilità, creatività e quindi senso artistico.

Paradossalmente molti ballerini fanno proprio l’errore di chiudersi nel loro mondo fatto di danza, privandosi di altre esperienze.

Emovimento propone percorsi mirati per migliorare aspetti specifici: développé e arabesque, equilibrio, en dehors oppure un obiettivo a scelta dell’allievo dai 18 anni in su per ogni livello e per chi parte da zero (gli incontri saranno online, per quelli in presenza contattami a emovimento21@gmail.com).

Crede inoltre nel sostegno e promozione la del benessere mentale di ballerini, atleti e artisti, per questo propone anche “Training corpo mente” un training psicologico per ballerini dai 18 anni in su di ogni livello.

Fonte copertina articolo: Vogue Italia

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3 Comments

  • Flavia Radetti

    Tutto molto puntuale e preciso. Concordo pienamente. In comune con lo sport la danza ha anche la caratteristica di concedere a chi la pratica una carriera molto breve, anche se esistono luminose eccezioni (Fonteyn smise nel 1979 a 60 anni; Fracci nel 2003 a 67 danzava Amleto principe del sogno, coreografia di Luc Bouy, a Roma e anche nel 2009 a 73 anni fece una serata Djagilev; Alonso, morta a 98 anni, a 91 danzò in occasione del 23simo Festival internazionale dell’ Avana. Ma sono eccezioni. L’ unica che a loro si avvicina è la Ferri, che dopo uno stop fra i 43 e i 50 anni ha ricominciato, ma credo che con l’ inizio della sua direzione alla Staatsoper di Vienna a settembre 2025, a 62 anni si fermerà. O forse no)

    • Sara Maria Pellegrino

      Grazie Flavia per aver dato la tua opinione.
      Una delle grandi contraddizioni della danza è che più maturi e più hai esperienza e consapevolezza per migliorare come artista, ma intanto la biologia fa il suo corso e non sei più performante come prima.

      • Flavia Radetti

        Non più performante per quanto riguarda gli elementi della tecnica che richiedono forza, come i giri multipli e i grandi salti, ma per creare nuovo repertorio c’è tempo fino all’ ultimo respiro 💪

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