Se sei qui molto probabilmente ti starai chiedendo se il tuo fisico sia adatto per fare la/il ballerina/ballerino oppure per pura e semplice curiosità.
La narrazione dominante è quella della ballerina magra, leggiadra, sottile e minuta, ma questo stereotipo ha fuorviato la mentalità di molti insegnanti e favorito l’insorgenza di DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) in molti danzatori e atleti.
Gli standard malsani sulla magrezza hanno poi contribuito a peggiorare la situazione e quindi si è perso di vista come funziona realmente il corpo umano, la nutrizione e i fattori “astratti” a essa collegata: livelli di stress, salute mentale, ormoni e fasi della crescita.
Le domande che si pongono la maggior parte delle persone, addetti ai lavori e non, sono:
- “Bisogna essere magri per danzare?”
- “Ogni tipo di corpo può danzare?”
“Bisogna essere magri per danzare?”
La risposta a questa domanda non esiste perché è mal posta. La domanda corretta sarebbe: “qual è la condizione fisica ottimale per danzare?”. In questo caso bisognerebbe fare delle differenze tra amatori e professionisti.
Il ché ci porta direttamente alla seconda domanda.
“Ogni tipo di corpo può danzare?”
Nel caso di un danzatore amatoriale, la risposta è: sì.
Ovviamente esistono casi estremi e rari in cui il soggetto potrebbe avere qualche limitazione che rientra in una gamma di possibilità varie: patologie cardiache, a carico della colonna o del rachide, riguardanti la salute mentale, mobilità ridotta e molto altro.
Ma tutto ciò non impedisce a nessuno totalmente di danzare. Chiunque, se seguito da insegnanti validi, può iscriversi a un corso di danza.
Nel caso dovesse venire escluso a prescindere a causa del suo corpo (a meno che non esista una valida motivazione medica che ne possa compromettere l’incolumità) sappiate che si tratta di discriminazione bella e buona.
Per quanto riguarda un danzatore professionista, alla domanda: “Che tipo di fisico si deve avere per danzare a livello professionale?”, la risposta è: “Per danzare come professionisti bisogna avere un’ottima forma psicofisica.”
Il problema più grande è che si pone troppo l’accento su “fisica” e troppo poco su “psico”.
La forma psicofisica di cui sto parlando viene costruita in anni di studio e allenamento e la privazione del cibo insieme alle eccessive pressioni sul dover essere magri, danneggiano corpo e mente.
Un peso corporeo che si discosta troppo dal normopeso (che per ognuno è diverso a seconda di numerosi parametri, ricordiamolo) va preso in considerazione e tenuto sotto osservazione, ma non è l’unico parametro per valutare se una persona sia in salute.
Esiste la salute mentale, il recupero dopo che il corpo è stato sottoposto a prove intense, la condizione ormonale, eventuali infortuni trascurati, l’ambiente di lavoro sereno o meno, paghe adeguate, stress che va tenuto sotto una certa soglia, condizioni familiari e molto altro. Qui potete leggere la definizione di “salute” secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ricordiamo anche: lo sviluppo nelle adolescenti che vede il loro corpo in piena tempesta ormonale e soggetto a modifiche, la gravidanza o il semplice ciclo mestruale dove sono naturalmente previste oscillazioni di 2/3 kg.
Cosa fare quindi? Per prima cosa evitare di glorificare l’eccessiva magrezza e additarla come condizione fisica ideale dinnanzi a colleghi e compagni (vale sia per ambienti amatoriali che professionali). In secondo luogo qualora fosse presente davvero un problema legato al peso che possa causare disagi fisici al ballerino o alla ballerina, andrebbe fatto notare con estrema delicatezza, nel rispetto della privacy, comprendendone la causa e soprattutto facendolo affidare a medici e nutrizionisti.
Usare frasi come: “mangia di meno”, “devi dimagrire!”, “fai schifo”, “sembri una balena”, sono offensive, denigratorie e pericolose!
Vi posso assicurare che tutte le persone che ho conosciuto che si sono ammalate di DCA a causa di situazioni del genere, erano perfettamente normopeso.
Danza e peso corporeo: sfatiamo i falsi miti.
Di seguito elencati tutti i falsi miti che riguardano ballerini e peso corporeo:
- “I ballerini devono mangiare sano per mantenersi in forma, quindi niente dolci, pasta, etc”
- “La ballerina deve essere leggera come una farfalla, quindi magra”
- “Come fa il ballerino a fare le prese se la donna pesa tanto?”
- “La ballerina classica deve essere pura e priva di forme sensuali”
- “Niente cibi grassi”
“I ballerini devono mangiare sano per mantenersi in forma, quindi niente dolci, pasta, etc”
Tutti gli esseri umani e viventi devono nutrirsi in maniera sana per essere in salute (non in forma). I ballerini non sono una categoria esclusiva, mentre gli altri possono mangiare le peggiori schifezze senza conseguenze.
Fanno parte di una sana alimentazione tutti i macro e micro nutrienti quindi anche dolci, pasta e carboidrati in quantità adeguate al fabbisogno energetico dell’individuo e ricordiamo che quello di un danzatore professionista è molto elevato.
Bisogna considerare anche che il cibo oltre a essere nutrimento “chimico” lo è anche dal punto di vista spirituale, in quanto i pasti sono occasioni di socialità e convivialità e privarsene non fa bene alla salute mentale.
Il “fisico da ballerino” che permetterà poi a quest’ultimo di eseguire tutti i meravigliosi passi, balletti e danze, sarà scolpito dallo studio della tecnica e dagli esercizi ripetuti nel corso degli anni, non da un regime alimentare restrittivo.
“La ballerina deve essere leggera come una farfalla, quindi magra”
Sapete a cosa è dovuta la leggerezza e la leggiadria delle incantevoli ballerine e dei corpi di ballo? “Alla magrezza”? NO, risposta errata.
La leggerezza nella danza è data dalla giusta coordinazione, e quest’ultima si ottiene studiando la tecnica nella maniera corretta.
Anzi, vi dirò di più: spesso e volentieri il “gonfiore” che viene rimproverato ai danzatori è causato dagli stessi insegnanti che li rimproverano, perché non sapendo impostare correttamente gli esercizi fanno sì che i muscoli dei discenti si ipertrofizzino oltre il necessario.
“Come fa il ballerino a fare le prese se la donna pesa tanto?”
Vale la stessa regola del precedente paragrafo: coordinazione.
Se una donna è leggerissima ma scoordinata, oppure il suo partner non conosce bene la tecnica, risulterà come sollevare un macigno.
Questa regola la conoscono bene i marzialisti: non è l’essere grossi e forzuti che fa combattere bene, ma l’essere coordinati.
“La ballerina classica deve essere pura e priva di forme sensuali”
Sembra ridicolo anche solo dover provare a smontare questo concetto, ma ci proverò.
Ogni donna, a prescindere dal lavoro che svolge o dalla disciplina che studia, ha forme più o meno accentuate che sono dettate dalla sua genetica. Ma biologicamente parlando è naturale che essa abbia delle curve.
Volerle mortificare a tutti i costi in nome di una purezza ideale è un atteggiamento malsano e fuori dalla realtà.
Secondo questo criterio le ballerine del passato (che facevano numeri ed evoluzioni pazzeschi) oppure, per essere più attuali, danzatrici come Misty Copeland, dovrebbero essere radiate dal mondo della danza.
“Niente cibi grassi”
I grassi fanno parte dei macronutrienti, sono indispensabili se assunti nella maniera corretta e nessun nutrizionista competente consiglierà mai di eliminarli.
Anzi, in certi casi iniziare la giornata con fonti di grassi (come frutta secca, uova, salmone, avocado) può dare una marcia in più nella performance (chiedi sempre a un nutrizionista).
Lo “zero grassi” che spesso vediamo sulle etichette fa parte di un marketing becero che spalleggia la cultura ossessiva del dimagrimento. Talvolta, inoltre, questi prodotti hanno carenza di grassi a “favore” di un eccesso di zucchero raffinato.
Conclusioni
Purtroppo l’ignoranza e la disinformazione riguardo la nutrizione dei danzatori, unita agli irrisolti di molti insegnanti e coreografi, hanno creato un mix distruttivo che ha rovinato le vite di molte persone.
Seppur si stia iniziando ad avere più consapevolezza, i casi di DCA e di violenza psicofisica nel mondo della danza sono ancora molto diffusi.
Per questo è fondamentale sostenere chi si batte per la giustizia riguardante questi temi.
A tal proposito vi consiglio vivamente di seguire Mariafrancesca Garritano, in arte Mary Garret, solista del Teatro alla Scala che già nel 2010 ha iniziato a parlare delle disfunzioni presenti nel mondo della danza nel suo libro “La verità, vi prego, sulla danza!”.
Attualmente sta realizzando un progetto che potrà sicuramente fare luce e portare giustizia se sostenuto da tutti noi: un documentario indipendente per la regia di Enrico Vanni, intitolato “La danza che ho vissuto” che può essere sostenuto qui, oltre a visionarne l’anteprima.
DISCLAIMER: questo articolo non contiene consigli medici o nutrizionali, ma ha puro scopo divulgativo. Chiedete sempre a un professionista se avete dubbi.