Ciao danzatori che sognano le proprie gambe alte quanto l’Everest!
L’elasticità è una qualità molto ambita da ballerini di ogni stile ed è vista come una dote quasi indispensabile e, in parte, è vero.
Tuttavia, nel percorso verso una maggiore flessibilità e fantastici developpé, è fondamentale procedere con consapevolezza per evitare insidie e massimizzare i risultati senza compromettere il nostro corpo.
In questo articolo, esploreremo insieme l’argomento dell’elasticità nella danza, sfatando alcuni miti e fornendo le nozioni per un allenamento efficace e sicuro. E alla fine… Una piccola sorpresa da parte di eMovimento per chi desidera continuare il viaggio!
- Il fascino (e i pericoli) dell’elasticità estrema
- Rispettare la propria anatomia
- Le tipologie di stretching
- Quando lo stretching non è la risposta
- Approccio olistico alla danza
- Un percorso efficace e consapevole
Il fascino (e i pericoli) dell’elasticità estrema
Quante volte avete visto video di sessioni di stretching incredibili sui social media, pensando “vorrei tanto impararlo anche io!”?
È cruciale capire che ciò che vediamo online non sempre riflette un percorso sano e sostenibile.
Questi esercizi, nella maggior parte dei casi, sono eseguiti da persone che sono già nate più elastiche e flessibili rispetto alla media.
Già, perché queste qualità possono sicuramente essere allenate, ma innanzitutto non per tutti vanno bene gli stessi esercizi e, seconda cosa, sono presenti dei limiti genetici che non sono uguali per ognuno di noi.
Spesso, lo stretching portato all’estremo può essere controproducente e persino dannoso.
Danni potenziali dello stretching eccessivo:
- Lesioni muscolari e tendinee.
- Instabilità articolare (soprattutto se non associato al potenziamento muscolare), che a lungo termine può portare a problemi più seri.
- Scompensi a carico della schiena.
- Disequilibri posturali.
Rispettare la propria anatomia
Ricordate sempre: ogni corpo è unico.
La flessibilità è influenzata da fattori genetici, età, sesso, stato mentale e background di allenamento e studio tersicoreo. Ciò che funziona per un danzatore potrebbe non essere adatto a un altro.
È importante ascoltare il proprio corpo: imparate a distinguere tra una sensazione di “fastidio” dovuta allungamento di un muscolo non abituato e un dolore acuto. Il dolore è un segnale d’allarme che non va mai ignorato.
E soprattutto non seguite tutorial a caso: i social media sono pieni di esercizi di stretching, ma non tutti sono sicuri o adatti al vostro livello e alle vostre esigenze specifiche. Potrei dirvi di affidarvi a insegnanti qualificati, ma tanto già so che la curiosità e la voglia di sperimentare vincono sempre, quindi vale la regola precedente: ascoltate il vostro corpo ed evitate di seguire i tutorial estremi, prediligendo magari quelli con esercizi che si avvicinano più al vostro stato psicofisico.

Le tipologie di stretching
Lo stretching non è tutto uguale! Esistono diverse tipologie, ognuna con i suoi benefici e momenti ideali per essere praticata:
- Stretching Dinamico: movimenti controllati che preparano il corpo all’attività fisica, aumentando la temperatura muscolare e la mobilità articolare (es. circonduzioni delle braccia, slanci delle gambe controllati); ideale come riscaldamento.
- Stretching Statico Attivo: si mantiene una posizione di allungamento per alcuni secondi (solitamente 20-30); aiuta ad aumentare la flessibilità ed è più indicato dopo la lezione, quando i muscoli sono caldi.
- Stretching PNF (Proprioceptive Neuromuscular Facilitation oppure Facilitazione Propriocettiva Neuromuscolare): tecniche che coinvolgono la contrazione muscolare isometrica seguita da un rilassamento e un ulteriore allungamento; richiede una buona consapevolezza corporea.
- Stretching Statico Passivo: si utilizza una forza esterna (un partner, un attrezzo o la forza di gravità) per raggiungere l’allungamento; va eseguito con cautela e quando si è già caldi.
A mio parere, conoscere i vari tipi di stretching è fondamentale, ma una volta acquisita un’ottima capacità di ascoltare e dialogare con il proprio corpo, può diventare limitante ragionare a compartimenti stagni, quindi le varie tipologie di stretching possono talvolta coesistere a patto che si abbia uno scopo ben preciso e un’elevata consapevolezza.

Quando lo stretching non è la risposta
Sognare una gamba altissima è legittimo, ma non a costo di sacrificare la tecnica, la postura e la salute.
Una gamba meno alta ma corretta è meglio di una gamba alta sostenuta da un corpo disallineato rigido; un’esecuzione pulita, con un buon controllo del bacino, delle anche, del centro e della postura, è sempre preferibile a un’altezza raggiunta con compensazioni e tensioni.
L’elasticità da sola non basta. È fondamentale avere una buona struttura muscolare per sostenere le posizioni e controllare i movimenti.
Vi racconto una breve esperienza personale.
Fino ai miei 20 anni circa, ho sempre avuto difficoltà a eseguire un grand jeté con la spaccata a 180°. Facevo tantissimo stretching tutti i giorni, ma non ottenevo risultati anzi, la cosa tendeva a peggiorare facendo risultare il salto solo più “pesante”.
Col tempo e approcciandomi allo studio in maniera diversa, grazie a ottimi maestri, capii che dovevo migliorare la forza e la coordinazione a partire dalla presbarra.
Oggi, alla “veneranda” età di 31 anni, eseguo una grand jeté di grand lunga migliore di quello dei miei 20 anni.

Approccio olistico alla danza
La danza è un’arte complessa che richiede un insieme di qualità atletiche e artistiche. Concentrarsi unicamente sull’elasticità rischia di farci perdere di vista altri aspetti cruciali:
- Forza e resistenza: essenziali per sostenere il corpo durante le coreografie e prevenire infortuni.
- Tecnica e coordinazione: le basi di tutto che permettono di eseguire passi e sequenze complesse con precisione ed armonia.
- Espressività e musicalità: l’anima della danza, ciò che trasforma i passi in arte.
- Stato di rilassamento psicofisico: che non vuole dire “avere i muscoli mosci” ma non essere in stato di stress o allerta.
Un percorso efficace e consapevole
L’elasticità è uno strumento prezioso per il danzatore, ma va coltivata con intelligenza, rispetto per il proprio corpo e una visione olistica della preparazione fisica. Ricordate: il vero obiettivo non è raggiungere altezze estreme a tutti i costi, ma danzare con libertà, controllo e consapevolezza.
Se desideri approfondire questo approccio equilibrato all’elasticità e alla preparazione fisica per la danza, sviluppando una tecnica longeva e sicura, su eMovimento è disponibile: “Flessibiltà e Gambe Alte“
In questo percorso è possibile imparare:
- Protocolli di stretching personalizzati e sicuri.
- Esercizi specifici per migliorare la flessibilità delle gambe nel rispetto della vostra anatomia.
- Strategie per sviluppare la forza e la stabilità necessarie per sostenere le altezze.
- Principi fondamentali di biomeccanica applicati alla danza per ottimizzare i movimenti ed evitare infortuni.
- Un approccio olistico che integra l’elasticità con il lavoro sulla tecnica, la forza e la consapevolezza corporea.
Per qualunque informazione o domanda potete scrivere a emovimento21@gmail.com
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